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TEATRO DELLE SELVE

THE BOY'S BLOOD. i giorni di Dino campana

23 marzo ore 21.00


Drammaturgia, scelte musicali e interpretazione Franco Acquaviva con Stefano Acquaviva
regia Franco Acquaviva, Anna Olivero
Un ringraziamento speciale a Eugenio Barba, Chandra Candiani, Andrea Temporelli

 

In seguito alle note vicende Dino Campana fu rinchiuso in manicomio, dove uno psichiatra di nome Carlo Pariani lo sottopose a un ciclo di interviste per cercare di comprendere il nesso follia-genio. Ho immaginato il poeta imprigionato nelle sue ossessioni, che si materializzano prendendo la forma delle diverse figure di “persecutori” che sempre lo assediarono: 

i marradesi, la madre, i letterati fiorentini, la Aleramo, i ragazzini per strada al suo paese, infine proprio lo psichiatra Pariani. Incalzato da queste figure il poeta fugge e allo stesso tempo trascina con sé gli spettatori in un corto circuito metateatrale tra desiderio di fuga e strategia di racconto o rappresentazione. Operativo dal 1999, il Teatro delle Selve, fondato da Franco Acquaviva e Annamaria Olivero, si radica nel territorio cusiano (lago d’Orta), tra le province di Novara e Verbania, in un’ottica di residenza artistica, e in dialogo con le esperienze più vive del teatro contemporaneo. Il Teatro delle Selve si fa promotore di un’idea di cultura teatrale che valorizzi le relazioni tra ambiente (naturale, architettonico), e persone/comunità che lo abitano (la loro memoria – comune o personale). A questo scopo lavora anche all’organizzazione di eventi che diano risalto al valore poetico di questa relazione, utilizzando il teatro nel senso più esteso del termine.

Drammaturgia, scelte musicali e interpretazione Franco Acquaviva con Stefano Acquaviva
regia Franco Acquaviva, Anna Olivero
Un ringraziamento speciale a Eugenio Barba, Chandra Candiani, Andrea Temporelli

 

In seguito alle note vicende Dino Campana fu rinchiuso in manicomio, dove uno psichiatra di nome Carlo Pariani lo sottopose a un ciclo di interviste per cercare di comprendere il nesso follia-genio. Ho immaginato il poeta imprigionato nelle sue ossessioni, che si materializzano prendendo la forma delle diverse figure di “persecutori” che sempre lo assediarono: