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ODISSEO Viaggio nel teatro

INTERPRETI

Fiorella Tommasini, Antonia Bertagnon, Alessandro Gasperotto, Veronica Mulotti, Adriano Baccaglini, Larissa Cioverchia, Franco Cecchetto, Isadora Angiolini, Salvo Lo Presti, Ruth Pegoraro, Mariangela Dosi, Barbara Bellini, Aronne Bonomo, Claudio Baroncelli, Angela Speroni, Beatrice Baruffini, Giorgio Casamatti, Sara Nicoletti, Nicoletta Rapelli, Giorgio Amedei, Walter Sabato, Luca Serrani

COSTUMI

Genny

COLLABORAZIONE DRAMMATURGICA

Roberto Domeneghetti, Mariangela Dosi

MUSICHE E REGIA

Massimo Munaro

PRIMA RAPPRESENTAZIONE DELLA PRIMA VERSIONE

Urbisaglia, Anfiteatro Romano, 12 agosto 2000

INTERPRETI

Fiorella Tommasini, Antonia Bertagnon, Alessandro Gasperotto, Veronica Mulotti, Adriano Baccaglini, Larissa Cioverchia, Franco Cecchetto, Isadora Angiolini, Salvo Lo Presti, Ruth Pegoraro, Luca Serrani, Claudio Baroncelli

COSTUMI

Genny

COLLABORAZIONE DRAMMATURGICA

Roberto Domeneghetti

MUSICA E REGIA

Massimo Munaro

PRIMA RAPPRESENTAZIONE VERSIONE DEFINITIVA

Rovigo, San Michele 12 febbraio 2001

in fondo il migliore modo di viaggiare è sentire
sentire tutto in tutti i modi

Da alcuni anni il nostro gruppo ha intrapreso una inedita ricerca teatrale che si caratterizza per il coinvolgimento drammaturgico e sensoriale degli spettatori.
Questa indagine da una parte si pone come riflessione sullo stesso statuto di teatralità, la cui origine di evento sacrale, che ne fonda la necessità, ricolloca al centro la possibile ridefinizione della relazione attori-spettatori. Questa ricerca d’altra parte si pone, contemporaneamente, anche come indagine sui profondi movimenti archetipici che le figure mitiche, sempre oggetto dei nostri ultimi lavori, inevitabilmente suscitano in coloro che le frequentano. Da questo punto di vista ogni nostro lavoro teatrale propone per attori e spettatori la possibilità di un incontro profondo e radicale con alcune, esemplari, figure mitiche.
Il coinvolgimento sensoriale è lo strumento principale della nostra ricerca. I sensi/il senso del corpo. Corpo non più inteso come protesi di un’intelligenza che dovrebbe guidarlo, ma nella sua pienezza animistica, in quella nudità sorprendente che conduce alla nudità di sé e, forse, alla verità dell’incontro con altre anime e corpi.
Il teatro torna e si impone così come il luogo dell’incontro, della relazione, e si propone nella sua necessità di evento, di esperienza che prima che cognitiva resta propriamente esistenziale ed organica.

In particolare, dopo EDIPO, DIONISO e AMORE E PSICHE, il lavoro su ODISSEO si propone come ultima tappa di un progetto che si configura propriamente come una tetralogia sul mito e sullo spettatore.
In questo spettacolo la  relazione diretta attori e spettatori è portata, dopo che i lavori precedenti presupponevano la partecipazione di un numero ristretto di spettatori, ad una partecipazione più vasta: 100 spettatori rimandano contemporaneamente anche ad una identità, quella di Odisseo  così come quella dello spettatore teatrale, che non può che darsi come molteplice e multiforme.
Il viaggio di ODISSEO è un viaggio circolare che presuppone una partenza ed un ritorno: da Itaca a Itaca. Questo viaggio possiede di fatto, piuttosto che uno svolgimento lineare, un andamento sincronico: tutto accade sempre contemporaneamente. Metafora di un teatro che può essere non solo subito ma anche attraversato compiutamente e a cui tornare diversi eppure uguali

dal foglio di sala prima versione

in fondo il migliore modo di viaggiare è sentire
sentire tutto in tutti i modi

Dopo EDIPO, DIONISO e AMORE E PSICHE, il lavoro su ODISSEO si propone come ultima tappa di un ciclo che abbiamo denominato Tetralogia dello spettatore.
In questo spettacolo la relazione diretta attori e spettatori è portata, dopo che i lavori precedenti presupponevano la partecipazione di un numero molto ristretto di spettatori (rispettivamente: uno, sette e due), ad una partecipazione più vasta: 33 spettatori rimandano contemporaneamente anche ad una identità, quella di Odisseo, che, come quella dello spettatore teatrale, non può che darsi come molteplice e multiforme. In questo senso la percezione complessiva dell’evento, pur premiando la relazione con ogni singolo partecipante, è finalizzata al corpo totale degli spettatori: propriamente il corpo di Odisseo. 
Si dimentica spesso che questa grande epopea che fonda la nostra cultura e la nostra coscienza collettiva, inizia e finisce con una strage: quella dei troiani - quella dei proci; e ci ricorda che nella nostra storia personale e collettiva non passa un solo giorno che da qualche parte nel mondo non si combatta una guerra, e che di questa ciascuno di noi è in qualche modo responsabile. 
Il corpo di Odisseo è stato, come il nostro, ferito. Ma la sua ferita si è fatta cicatrice.
Il viaggio di Odisseo è un viaggio circolare che presuppone una partenza ed un ritorno: da Itaca a Itaca. Questo viaggio possiede di fatto, piuttosto che uno svolgimento lineare, un andamento sincronico: tutto accade sempre contemporaneamente. Come in un sogno. Nel Mare come nel Teatro non esiste un centro. E il Mare, come il Teatro, non lascia tracce. Ma il Teatro è forse l'unico luogo al mondo in cui - come per Odisseo il Mare - ciascuno di noi può reincontrare i propri fantasmi e riconquistare così la sua Itaca. Metafora di un teatro che può essere non solo subito ma anche attraversato compiutamente e a cui tornare diversi eppure uguali.

dal foglio di sala versione definitiva