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ATTORNO A TROIA_TROIANE

ATTORNO A TROIA_TROIANE

CON 
Marina Carluccio, Katia Raguso, Silvia Massicci, Veronica Di Bussolo, Giovanni Cataldi, Marta Plescia, Francesca Marzotto, Elena Fioretti, Carlotta Zampieri, Maddalena Dal Maso

ASSISTENZA E CURA
Fiorella Tommasini

DRAMMATURGIA MUSICA E REGIA
Massimo Munaro


"fra poco ci faranno salire sulle navi"
Euripide, Troiane

 

Questo lavoro si costituisce come la seconda parte di un ciclo denominato Attorno a Troia che, dall'Iliade alle Troiane all'Eneide, intende indagare il tema della distruzione di una civiltà, dello smarrimento e dell'esilio.  
Attraverso questo ritorno alle radici della nostra cultura vogliamo interrogarci sulla possibilità della conservazione di una identità culturale, la nostra, della sua trasformazione e di una sua possibile rifondazione.  
Il periodo storico che stiamo vivendo fa sentire ciascuno di noi come Achei lanciati alla distruzione di città e contemporaneamente come Troiani alla deriva. Il nostro volto sempre più assume su di sé il volto del conquistatore insieme a quello dello sconfitto. Giochiamo entrambi i ruoli, alternativamente, nella ruota della storia. Oggi essi però sembrano darsi contemporaneamente. Siamo i distruttori del pianeta e insieme, proprio per questo, attraverso i cambiamenti climatici, le guerre e le pandemie, le vittime di questa distruzione. Nella terribile condizione dei migranti sta insieme l'origine e il destino della nostra civiltà.  
Da un punto di vista teatrale, con questo ciclo, intendiamo continuare a sviluppare una sperimentazione attorno ai nuclei fondanti e strutturali del linguaggio scenico: dalla drammaturgia, intesa come scrittura scenica, all'invenzione di uno spazio in cui lo spettatore possa sperimentare nuove condizioni del proprio stare. 

Alla fine della Seconda guerra mondiale all’alba della Guerra Fredda, abbiamo tutti sperato che la guerra potesse e dovesse diventare un tabù per la nostra civiltà. La creazione di organismi sovranazionali, come l’ONU e la stessa nascita della comunità Europea, sembravano indicare la raggiunta consapevolezza che la terra è una sola e una sola l’umanità che la popola. A tutt’oggi anche questa sembra una delle tante utopie crollate nella polvere di fronte al risorgere dei nazionalismi, mentre la parola guerra e persino il possibile uso di armi atomiche non suscita più, come un tempo, un immediato e naturale terrore. Persino il dirsi pacifisti sembra condannato e liquidato come “intelligenza con il nemico”, con buona pace di Omero che fece del nemico Ettore l’eroe più valoroso del suo grande poema. Viviamo tutti, credo, quest’epoca folle con angosciosa muta impotenza. 

Dopo un primo Studio su ILIO, presentato lo scorso anno, questo lavoro rimette al centro, come è proprio della nostra poetica,  la relazione diretta e prossemica con lo spettatore. Lo Studio viene presentato al termine di un Corso di Alta Formazione che ha coinvolto una ventina di giovani attori provenienti da diverse parti d'Italia